Home | Elenco iscritti | Elenco scuole | Aggiornamento | Supervisione | Eventi | Come iscriversi | News | Rassegna stampa

Vai alla home page
Oggi è giovedì 2 maggio 2024

   .: Come iscriversi
   .: Attestato ex Legge 4/2013
   .: Esami
   .: Assicurazione
   .: Codice deontologico
 
   .: Cerca un counselor
   .: Informazioni utili
   .: Linee guida
   .: Sportello utente
   .: Definizione di counseling
 
   .: Enti di formazione
   .: Corsi triennali
   .: Specializzazioni
   .: Aggiornamenti
   .: Aggiornamenti on line
 
   .: Chi siamo
   .: Cosa facciamo
   .: Gruppo dirigente
   .: Recapiti e contatti
   .: Coordinate bancarie

Counseling Day 2023


 
In un mondo del lavoro caratterizzato da repentini cambiamenti, maggiori rischi e una crescente competitività, arrivano gli "aiutanti invisibili dei manager": si tratta dei coach e dei counselor, nuove figure professionali che si stanno affermando sempre di più in ambito aziendale. Anche se spesso si tende a non divulgare i nomi, moltissime sono le organizzazioni che utilizzano già questi professionisti. E il numero è in continua crescita: secondo quanto risulta ad A&F, rientrerebbero in questa case history grosse società come Trenitalia, Unicredit, Poste Italiane, Telecom, Vodafone, Cisco, Gruppo Rinascente, Hp e la Fondazione Rui, collegio universitario riconosciuto dal Miur, che utilizza il coaching per lo sviluppo degli studenti universitari.

"Servono, e i manager li chiedono da anni, dei supporti per poter gestire al meglio queste situazioni, sempre più sfidanti", commenta Enrico Pedretti, direttore marketing di Manageritalia, che conferma che sono già alcuni anni che le aziende supportano i propri manager anche con attività di coaching e counseling (o counselling). "Nel primo caso, per costruire con il coach la strategia e la tattica migliore per gestire le nuove sfide o migliorare l'approccio a quelle già in atto; nel secondo, per far trovare dentro di sé quello stato indispensabile per essere vincenti. Perché - commenta Pedretti - anche per l'azienda lasciare solo il manager è un costo e può diventare un fallimento".

Per semplificare, "l'intervento di coaching è rivolto alla performance e al risultato, mentre quello di counseling è più orientato sulla persona", aggiunge Tommaso Valleri di Setriano, segretario generale di AssoCounseling, associazione professionale di categoria che rappresenta circa 2 mila professionisti. Sebbene il counseling sia nato negli Stati Uniti intorno ai primi anni del '900, mentre il coaching soltanto verso gli anni '80 (per poi sopraggiungere in Italia non prima della fine degli anni '90), nel mondo aziendale la figura del coach è più diffusa di quella del counselor. "Questo è vero nell'immaginario collettivo; in realtà, da un punto di vista professionale, il counselor ha iniziato a operare in Italia a partire dalla fine degli anni '80", dichiara Valleri di Setriano, che stima che nel nostro Paese operino circa 7.000-8.000 professionisti, di cui circa il 70% iscritti a una sigla professionale.

"Il coaching è un programma di potenziamento e sviluppo delle risorse e delle competenze guidato dal professionista (coach) in partnership con la persona (coachee) che si avvale di modelli, metodi e tecniche di coaching e si sviluppa in un processo strutturato in fasi, tempi e piano di azioni", prosegue Roberta Prato Previde, che riveste il doppio ruolo di business & executive coach e di professional advanced counselor.

"Negli ultimi 5 anni, c'è stato un incremento almeno del 35% delle aziende che si sono rivolte a noi per chiedere attività di counseling aziendale e uno degli interventi più richiesti ha per oggetto l'annosa questione dei cambi intergenerazionali della proprietà delle aziende", prosegue il segretario generale di AssoCounseling.

Ma se il counseling è cresciuto, anche il coaching ha avuto un vero e proprio boom. Da una ricerca di Manageritalia emerge, infatti, che le attività di coaching e counseling, con una percentuale superiore al 35%, sono al primo posto nella classifica delle azioni intraprese oggi dalle aziende per sostenere lo sviluppo professionale dei propri dirigenti. E in futuro l'importanza di queste attività è destinata a salire ulteriormente, attestandosi oltre la soglia del 50%.

"Il numero di richieste di coach in azienda negli ultimi 10 anni è aumentato di circa il 500%. Si è passati, dai circa 60 interventi di 10 anni fa ai 300 stimati nel 2014 per arrivare fino ai circa 600 attesi nel 2015", conferma Antonella Rizzuto, presidente di AssoCoaching, che ricorda che il coach è un "facilitatore di processo", un "acceleratore", che affianca gli executive manager al fine di sviluppare un confronto costruttivo, massimizzandone l'impegno concreto. Tra gli interventi per i quali è richiesto più spesso il coach, Rizzuto cita il "tema della delega e del lavoro in team".

All'interno della stessa azienda le due funzioni possono anche coesistere. "Abbiamo dei precedenti dove il counselor e il coach hanno lavorato insieme, il primo di più sul clima aziendale e sul tenere legate le relazioni tra i componenti di uno stesso gruppo, mentre il secondo più nello specifico sul raggiungimento di determinati risultati, potenziando determinate caratteristiche professionali". Ma questi casi sono ancora pochi. La tendenza di fondo delle aziende, infatti, è di rivolgersi principalmente soltanto a una delle due figure. "Il coaching è uno strumento molto potente che siamo soliti proporre a profili di potenziale, affinché possano lavorare sulla consapevolezza delle proprie risorse e sul superamento di eventuali limiti", dichiara Luisella Moneta, head of HR, Southern Europe di McArthurGlen, che spiega che l'azienda in cui lavora utilizza il coach da almeno 7-8 anni.

"Nessun percorso di coaching è però tanto positivo quanto quello seguito da un robusto e strutturato piano di azione", prosegue Moneta, che poi conclude dicendo che, per i manager, superato il grande scoglio della messa in discussione di se stessi e accettato di impegnarsi per raggiungere il cambiamento, l'arricchimento professionale, sociale e personale è assicurato. Nella tabella in alto, il coach e il counselor sono al primo posto tra le priorità delle imprese.

titolo: Gli “aiutanti invisibili” dei manager
autore/curatore: Stefania Pescarmona
fonte: Repubblica
data di pubblicazione: 26/10/2015
tags: counseling, coaching, assocounseling, assocoaching, tommaso valleri, azienda

Home | Privacy | Note legali | Sportello utente | Contatti | Partnership | RSS

© 2009-2024 AssoCounseling. Codice fiscale 97532290158. Tutti i diritti riservati.